Ilva: piombo nelle urine degli abitanti di Taranto

Piombo nelle urine degli abitanti di Taranto. La sostanza neurotossica e cancerogena metterebbe seriamente a rischio la salute degli abitanti. Lo riferisce in una nota il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti, citando i dati del biomonitoraggio sui metalli pesanti nell’urina degli abitanti di Taranto presentati a Oxford in un convegno scientifico.

I dati sono frutto di una ricerca condotta da un gruppo di studiosi americani e italiani di cui ha fatto parte anche il dirigente di Arpa Puglia, Giorgio Assennato. “Sono 141 – spiega Marescotti – i soggetti analizzati (67 uomini e 74 donne). Il valore medio del piombo urinario riscontrato nelle analisi è stato di 10,8 microgrammi/litro, mentre i valori di riferimento sono fissati, per la popolazione non occupazionalmente esposta, in un intervallo che va da <0,5 a 3,5 microgrammi per litro (secondo la Società italiana valori di riferimento)“. La concentrazione di piombo nelle urine è statisticamente significativa nei soggetti che hanno mangiato pesce nelle 72 ore precedenti l’analisi.

L’indagine ha riscontrato anche per il cromo un valore medio che supera l’intervallo dei valori di riferimento. Stesso discorso per il mercurio: “concentrazioni significative” di mercurio si registrano tra coloro che hanno consumato crostacei nell 48-72 ore precedenti l’analisi. Questo vale per Taranto e ancor di più per Statte, la cittadina più vicina agli impianti. Per chi ha mangiato pesce nelle 24-48 ore precedenti si è osservata una presenza di arsenico. “E’ la prima volta – osserva Marescotti, chiamato a redigere una relazione in qualità di rappresentante del cartello di associazioni ambientaliste ‘Altamarea‘ – che questi dati vengono resi noti in lingua italiana e l’occasione è sta offerta dal workshop ‘Valutazione economica degli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico’, organizzato da Arpa Puglia“.

Intanto, nella città salentina la tensione è alle stelle per la decisione della procura, che potrebbe optare per un sequestro senza facoltà d’uso, imponendo lo spegnimento degli impianti, a seguito dei risultati delle perizie sull’inquinamento ambientale. Se ciò accadesse, si temono manifestazioni di piazza e l’occupazione delle vie d’accesso alla città da parte degli operai dell’Ilva di Taranto. “Ove la magistratura ionica dovesse disporre il sequestro degli impianti, e il consequenziale blocco della produzione, temo che nessun potenziamento dei servizi di controllo della Polizia e dei Carabinieri potrà fermare la rabbia e l’angoscia delle migliaia di lavoratori dello stabilimento Ilva di Taranto privati da un giorno all’altro del posto di lavoro“, dice in una nota il consigliere regionale pugliese di Futuro e Libertà, Euprepio Curto.

Così, le organizzazioni sindacali joniche di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, hanno deciso di incontrare unitariamente i lavoratori dello stabilimento, attraverso un’assemblea programmata per questo venerdì dalle 7 alle 9, presso la portineria D dell’Ilva.  ”Riteniamo davvero necessario e indispensabile socializzare con tutti i lavoratori – dichiara il segretario della Fim Cisl di Taranto, Mimmo Panarelli – quanto, in queste ore, sta avvenendo intorno alla vicenda Ilva“. Ma anche gli ambientalisti si mobilitano per far sentire la loro voce e sui social network è partito il tam tam per raccogliere le adesioni per l’iniziativa “Sit in a Roma, Taranto vuole giustizia”, organizzata da Rosella Balestra di Donne per Taranto e in programma per il prossimo 26 luglio a Roma.

Un giorno non scelto a caso perché proprio giovedì è prevista la firma dell’accordo di programma per l’emergenza ambientale del capoluogo ionico, il cosidetto “Salva-Ilva”. “Riteniamo che queste mosse siano pericolose nel momento in cui la Magistratura sta per esprimersi. Noi cittadini di Taranto chiediamo solo che Istituzioni centrali e locali abbiano più rispetto per il lavoro della magistratura e attendano le decisioni che si stanno prendendo. Chiediamo solo che istituzioni centrali e locali abbiano più rispetto per il lavoro della magistratura e attendano le decisioni che si stanno prendendo. Leggi dell’ultima ora, accordi e firme improvvisate non salveranno Taranto. Noi chiediamo giustizia“.





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